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Moda, pellicce e accessori in pelliccia negli anni 50

Posted by violeta 01/04/2017 0 Comment(s) Accessori pelliccia per matrimoni,Stole in vera pelliccia per matrimoni,Coprispalle in pelliccia per sposa e matrimonio,Accessori vera pelliccia bianca per sposa,

Gli anni 50 sono contrassegnati dall’entusiasmo di far moda, dopo i pesanti anni bellici. Gli anni cinquanta sono gli anni della nascita di nuovi abbagli: del maculato, della giacca, della stola in visone, delle piccole e delicate confezioni, del persiano a semivita; insomma tale periodo è sinonimo di eleganza.
Già  sul finire del quaranta Dior presenta un ampio mantello in visone Emba, e lancia una Miss Dior, con una affusolata mano femminile poggiata su una zampa di leopardo.


Revillon, nel 1950, lancia i bolerini ed  i cappotti sportivi con il collo di tasso realizzati in leopardo, poco più tardi venne proposta la giacca-casacca in ocelot.
Deanfield di Londra evidenzia il carattere sportivo del leopardo, proponendolo per cappotti e impermeabili.
Negli anni 1951-1952 le moda suggerisce di inserire in questi maculati  paramonture e polsi in lontra di fiume naturale, cé chi invece sceglieva per l’ocelot i colli di castoro; altre aziende moda invece privilegiavano il leopardo dal collo bordato in visone e il dorso bombato.
Addirittura a tale febbre del leopardato non si tira indietro nemmeno Chanel che ha quasi sempre tenuto la pelliccia all’interno e che invece nel 1955 ne presenta un giacchino, comunque chi non può arrivare a tanto in questo periodo, poteva accontentarsi di un’ agnello rasato ma stampato a leopardo.
La travolgente voglia di macchiati era comunque per la maggior parte per le donne ancora un sogno, quella pelliccia che talmente reclamizzata sulle pagine di giornale, che rappresenta il massimo che le donne vogliono avere.


Negli anni cinquanta si propongono anche il breitschwantz nero, con il collo-cappuccio in ermellino candido, le volpi bianche e il  visone pastello dal modello avvolgente. Questi anni sono fortemente influenzati dal new look, ovvero dalle linee a palloncino, a trapezio; sono anni gloriosi in tutto, dalla moda alla femminilità, dagli elettrodomestici ai film tv.
Il moltiplicarsi dei capi in pelliccia e delle guarnizioni portò i grandi atelier ad assumere personale specializzato, poiché la tecnica di pelliccia e ben diversa da quella di tessuto; e da qui la nascita di molte pelliccerie.
I pellicciai americani, che mirano ad un allargamento del mercato, puntano sul visone, scoiattolo, broadtail, talpa colorata, oltre all’intramontabile agnellino di  Persia. I colli sono grandi e spesso gonfi, ovvero a scialle, stondati, squadrati, a sciarpa e a stola. Ě  molto importante vedere l’accostamento di diversi materiali in questi anni: ocelot e castoro avevano spesso colli di lince, il breitschwantz si accostava bene con lo zibellino o il visone, il cincillà di solito si abbinava con la lontra, il castoro con lo zibellino e l’ermellino con la martora.


A Parigi le Fourrures Max presentò mantelli in persiano nero con colli e polsi in visone selvaggio mentre l’italiano Rivella, propose addirittura una giacca in scimmia nera con scollo e cappuccio in ermellino bianco; ciò come sottolineatura dei glorificanti anni cinquanta.
Per quanto riguarda i colori il bianco e il nero sono, in quest’epoca, sinonimo di sfarzo, di lusso, comunque di eleganza. Le donne in questo periodo non riescono a fare a meno del mantello in persiano nero; la sera però il bianco ha pochi rivali: in questi anni cinquanta sembra illuminare le notti.
Il bianco è il non colore prediletto dai regnanti, dai partecipanti alle occasioni solenni e naturalmente dalle dive del grande schermo.
Anche nelle figure ci sono due versioni di cappa da sera di Viscardi in breitschwantz e ermellino. Queste stole da sera sposano perfettamente gli abiti lunghi serrati al punto vita. Comunque non mancano le raffinate stole di visone bianco e boa di volpe.


Le volpi e i visoni bianchi sono frequentissimi per dive del cinema: la raffinata Ann Blyth ama farsi fotografare con un’ineccipibile  stola di visoni bianchi, Diana Dors portava spesso boa di volpi; Liz Taylor sfoggiava un mantello in visone emba; ma visoni e volpi bianche erano frequentissimi per dive come Gina Lollobrigida e Grace Kelly; ricordiamo anche Marylin Monroe fotografata all’epoca naturalmente con volpi bianche.
Bianco e nero non riescono però a cancellare del tutto la voglia di colore: ci sono in questi anni proposte in agnello rasato rosso lacca, blu ardesia o verde muschio, il persiano spesso tinto in viola o verde, mentre in America viene visto con simpatia il castoro in tinte smeraldo e turchese.


Gli anni cinquanta non sono solo gli anni del maculato, del bianco e del nero, ma sono anche gli anni delle stole in pelliccia. C‘é la piccola che, si ferma spesso con due fiocchi, sotto al seno; l’altra che si chiude su una spalla e si allarga sul fianco.
Ci sono stole, a mantelletta, spesso di ermellino, su cui le codine in contrasto simulano l’allacciatura e quella con una sola manica. Le stole in prevalenza sono  di volpe, visone e cincillà. Ci sono stole-bolero, in modo che le spalle ed il corpo restino liberi, e stole-cappa che hanno quasi l’ampiezza di un mantello.            
In questi anni cinquanta boleri, mantelline, piccole cappe vantano tutte le variazioni possibili, e presenti in quasi tutti i mesi dell’anno. Si gonfiano o fasciano il busto, sono interpretati in tutti i tipi di pelliccia che, di stagione in stagione, sono sulla cresta dell’onda. Ricordiamo stole e mantelline in visone bianco e in royal pastel, e breitschwantz usualmente di colore nero o bianco; queste confezioni potevano essere corte e squadrate.


Dior in questi anni cinquanta manda in passerella uno splendido manicotto di volpe argentata tentando il rilancio di questo accessorio che si portava con tanta grazia all’inizio novecento. Anche il cappello ebbe questi anni fortune alterne, anche se nel 1957-1958 ritorna alla grande e nelle forme più varie, dal basco, al berretto, al turbante.


Anche le guarnizioni, le bordure, i dettagli in pelliccia caratterizzano questi anni cinquanta; basta pensare alle tasche; agli orli che possono essere fiori o nodi applicati in visone, ermellino o ocelot; ai colli per tailleur e per gli abiti da sera.                    


Intorno la metà degli anni cinquanta vi è una crescita di linearissimi tailleur di grande eleganza e con un evidente ed enorme collo in volpe nera. E sul finire degli anni cinquanta vi sarà la voga crescente di tutte le guarnizioni in pelliccia: ermellino, persiano, castoro, gattopardo, opossum, lince, visone, martora, cincillà e addirittura scimmia; e sarà una moda di lunga durata.

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