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Gli accessori in pelliccia agli inizi del 1900

Posted by violeta 30/03/2017 0 Comment(s) Accessori pelliccia per matrimoni,Stole in vera pelliccia per matrimoni,Accessori vera pelliccia bianca per sposa,Coprispalle in pelliccia per sposa e matrimonio,

Già tra fine ottocento ed inizi novecento, in Francia, le signore potevano contare su importanti atelier di pellicceria, e le creazioni erano presentate non più da manichini ma indossate da modelle. All’immenso successo che la pellicceria ebbe dalla fine ottocento fino all’inizio della Prima Guerra Mondiale, contrassegnato da un’eclatante creatività, ricco di lavorazioni fino allora inedite. Non è quindi un caso che la sezione della moda nell’exposition Universelle di Parigi fosse  sotto l’egida di Madame Paquin, la prima donna che nel mondo della moda ha raggiunto fama internazionale e che, proprio in quell’occasione, ha presentato uno straordinario mantello in stile Princesse realizzato con 300 pelli di visone canadese. Con ogni probabilità i pellicciai presenti capirono che il palcoscenico era eccezionale e l’occasione unica, soprattutto si resero conto che il loro prodotto poteva imporsi.


In realtà la pellicceria già interpretava la moda e inoltre le sartorie, inserendo nelle collezioni capi di pelliccia, sembravano non solo dare man forte al settore, ma testimonianze concrete come zibellini, martore, visoni ed ermellini sembrano abbiano stimolato la loro creatività al pari di sete e velluti. Insomma in questo periodo ci fu l’abbraccio con le tendenze moda, ed a Parigi cominciarono a proporre regolarmente capi in pelliccia nelle loro collezioni stagionali.
Affermare che l’esposizione Universale costituisce il lancio della pellicceria, che si appresta a vivere una stagione assolutamente dorata, è senza dubbio riduttivo; in genere le grandi manifestazioni hanno il duplice scopo di “tirare le somme” e fingere da propulsore.


Il gran successo della pelliccia con l’inizio del novecento è sicuramente frutto di una serie di prodotti. Fra tutti il coprispalle di pelliccia, (un capo lungo con il pelo all’esterno), è assolutamente giovanissimo, costituisce una importante novità, messaggio in quell’epoca di ricchezza e seduzione.


     
Inoltre il manicotto, che poteva includere anche la testa e la coda dell’animale, fu un elemento di eleganza quasi insostituibile. Manicotto che veniva accompagnato al colbacco alla russa, in particolare, in chinchillà.


Inoltre in ogni occasione non potevano mancare bordure in chinchillà su colli e polsi, mentre lo zibellino e il visone ornavano le giacche corte e le stole.
Le signore affrontano il passaggio dall’ottocento al novecento protendendo il seno, serrando la vita fino a soffocare ed arricchendo il dietro fino a dismisura, la linea a “S” segna il passaggio al novecento.


In questo periodo le voglie e i desideri crescono, le conseguenze sono fra le più ovvie: salgono i prezzi e la creatività dei conciatori è sottoposta a sollecitazioni continue, la voglia di moda e di pelliccia sembra non avere più limiti. Nel primo decennio del novecento vengono alla luce le novità come l’ermellino e soprattutto la lontra, vengono elaborati i risvolti di giacchette e dei manicotti. La pelliccia registra tra il 1906 e il 1907 una sorta di svolta, comincia a farsi strada l’abitudine di adoperare anche le teste e le code dell’animale come motivo decorativo, e decade sempre più quel confine tra capo lungo e capo corto.


Le gonne sono ancora ampie e la vita strettissima: il cortissimo bolero si allunga, sul davanti, in una sorta di doppia stola che scende giù fino a sfiorare l’orlo.
Nei cataloghi di vendita, ecco apparire il petit gris imitazione ermellino: il lungo mantello sagomato è tutto bordato in renard e interamente foderato in vajo.
Tra i modelli più consueti del periodo i cappotti, di lontra e di astrakan, seguono la moda e si fanno verticali, spesso filiformi: è una tappa obbligata prima del passaggio al capo gonfio e cadente e spesso drappeggiato che caratterizzerà l’impostazione anteguerra.


Nei primi novecento la strada  più lussuosa per la confezione di pellicce era quello che portava al ricamo, inoltre le lavorazioni geometriche si moltiplicavano da stagione in stagione.  Sui mantelli, sulle giacche si moltiplicavano  gli alamari, che avevano non solo la funzione di allacciare ma soprattutto quella di decorare, si moltiplicano anche i bottoni che si fanno più grandi e numerosi. Inoltre le cuciture sui fianchi sono realizzate osservando i corsetti dei costumi popolari. I colli sono più piccoli, molto meno elaborati, le lavorazioni sono tutti in verticale, si passa rapidamente a geometrie elaborate: lavorazioni verticali, orizzontali, semicircolari, a spina di pesce si fondono in uno stesso capo finto a diventare quasi triangolari.


Rispetto ai giorni nostri l’uso della pelliccia spaziava in maniera cosi ampia da coinvolgere addirittura anche le bambine.
In primo luogo, a differenza di metà novecento e di oggi, questi furono gli anni degli enormi copricapo in pelliccia. Pare che le dame del primo novecento ne fossero così talmente innamorate da metterlo, talvolta, anche in casa.
Insomma, il cappello trionfa come non avverrà mai più nei decenni avvenire; cresce di stagione in stagione.
Sul tricorno si poggia un’intera pelle di ermellino: la coda sfiora la nuca, il corpo dell’animale sovrasta il cappello; di anno in anno il cappello si allarga.


Nel 1908, la moda di fondere in uno stesso capo peli corti e peli alti e bassi, di giocare di bianco e di nero, di decorare le pellicce con bottoni, applicazioni o ricami in passamaneria, codine e testine, si trasferisce sui copricapi esuberanti che raggiungevano proporzioni colossali. Le pelli si ricorrono, si incrociano, si baciano, e si intrecciano. Si hanno stagioni in cui i cappelli sono si enormi ma tanto più sembrano tali in quanto totalmente in contrasto con un busto che la moda vuole molto piccolo e del tutto privo di maniche gonfie.


Comunque nel 1914, i cappelli abbandonano la pelliccia che dal canto suo si prenderà la sua brava rivincita quando, pochissime stagioni dopo, interpreterà colli, polsi e gli altissimi bordi.

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